Il professor Valentino Nizzo,
etruscologo dell'Università di Napoli, l'Orientale, ha
identificato grazie alla trasmissione "Chi l'ha visto?" un
prezioso specchio etrusco recuperato nel 2021 dalle Fiamme
gialle della compagnia di Colleferro durante una perquisizione
disposta dalla Procura della Repubblica di Velletri
nell'abitazione di un collezionista, che deteneva un museo
costituito da circa 7.000 pezzi eterogenei, gran parte dei quali
di rilevante interesse storico e archeologico. La raccolta,
posta sotto sequestro in quanto detenuta illecitamente e priva
di informazioni sulla provenienza, è stata affidata dalla
Procura al Museo Archeologico del territorio Toleriense a
Colleferro.
A chiedere l'aiuto degli esperti era stata, nel novembre
2022, con un appello sui canali social della trasmissione "Chi
l'ha visto?", la giornalista e storica dell'arte antica Annalisa
Venditti d'accordo con il direttore del Museo, Angelo Luttazzi.
Lo specchio etrusco in bronzo figurato e inscritto risale
all'epoca ellenistica (seconda metà del III - inizi II secolo
a.C.), e mostra nel lato opposto a quello riflettente una rara
scena tratta dall'Iliade: il consiglio di famiglia nel quale si
tenta di convincere Paride/Alessandro a combattere in singolar
tenzone contro Menelao, il marito di Elena, la donna rapita dal
giovane eroe, che così aveva scatenato la guerra di Troia.
A rispondere all'appello fu Valentino Nizzo, già direttore del
Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, che è riuscito, grazie
all'esame attento del video e alla successiva verifica oculare
del manufatto, a fugare ogni ombra di dubbio sulla sua
autenticità e a ricostruirne la storia. Il reperto, rinvenuto
nel 1879 nella necropoli vulcente di Mandrione di Cavalupo,
durante gli scavi promossi dal principe Alessandro Torlonia e
condotti da Francesco Marcelliani, era stato poi trasferito a
Roma presso il Museo Torlonia alla Lungara, dove la principesca
famiglia aveva concentrato le sue preziose collezioni. Esse
includevano, oltre quella statuaria nota in tutto il mondo,
anche una sezione etrusca, formatasi grazie agli scavi nelle
proprietà che avevano acquisito presso la città etrusca di Vulci
(localizzata tra i comuni di Canino e Montalto di Castro, in
provincia di Viterbo), dagli eredi del fratello di Napoleone,
Luciano Bonaparte, appassionato collezionista che, a partire dal
1828, aveva contribuito con le sue ricerche all'esplosione
dell'etruscomania.
Della collezione vulcente messa insieme dai Torlonia fanno parte
anche i celebri affreschi distaccati dalla Tomba François
(rinvenuta nel 1857), uno dei monumenti più importanti dell'arte
e della storia etrusca, anche in virtù della raffigurazione di
un episodio della storia arcaica di Roma all'epoca della
monarchia dei Tarquinii, l'ascesa di Servio Tullio.
L'identificazione dello specchio riveste eccezionale
interesse sul piano scientifico, dal momento che è stato
possibile ricondurlo al suo originario contesto di provenienza,
contrariamente agli altri del medesimo tipo che, per il loro
valore e interesse, sono stati nel tempo oggetto di trafugamenti
clandestini, senza acquisire le informazioni utili, fondamentali
per gli studi degli archeologi.
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