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Cgil, Umbria pienamente dentro le motivazioni dello sciopero

Cgil, Umbria pienamente dentro le motivazioni dello sciopero

'Non siamo estremisti' sottolinea il segretario della Uil

TERNI, 29 novembre 2024, 15:11

Redazione ANSA

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Per la segretaria generale della Cgil Umbria, Maria Rita Paggio, la regione "è completamente dentro le motivazioni dello sciopero nazionale. Pensiamo ai salari: in un Paese dove sono troppo bassi, è addirittura sotto la media nazionale".
    "Anche l'automotive - ha detto Paggio all'ANSA - è un pezzo importante del sistema produttivo umbro ed è in grandissima difficoltà. In questo contesto di redditi e pensioni all'osso, il Governo risponde con aumenti di tre euro al mese ed è inaccettabile. Anche gli enti locali, già allo stremo, vengono colpiti da ulteriori tagli che compromettono i servizi".
    Per la segretaria della Cgil, sulla sanità, "i cittadini umbri sono fra coloro che spendono di più in sanità privata a causa dei tagli costanti che hanno colpito il servizio". "Dal nuovo governo regionale - ha aggiunto - ci attendiamo che si ponga fine ad una situazione di totale incomunicabilità, perché non abbiamo mai avuto modo di contrattare ed entrare nelle scelte, sempre comunicate dopo che erano state prese. Ci attendiamo poi più risorse perché abbiamo bisogno di investimenti sulla sanità del territorio per dare risposte alle persone che non possono più fare il giro dell'Umbria per curarsi, come avvenuto in questi anni".
    "Non siamo estremisti che scioperano per il gusto di farlo.
    Scioperiamo perché c'è una finanziaria che non dà niente a nessuno e siamo qua per chi ha bisogno ancora di noi, per i più deboli" ha detto Maurizio Molinari, segretario generale Uil Umbria. Secondo il quale l'emergenza umbra "è la sanità, che è stata svenduta e data in mano ai privati". "Abbiamo depotenziato - ha sostenuto - una sanità che era ai primi posti in Italia e non possiamo permetterlo. E poi gli enti pubblici stanno dando in appalto tutti i lavori, sottopagati e con lavoratori che non arrivano alla seconda settimana del mese. Dal nuovo governo regionale ci attendiamo un grande cambio di rotta, anche se molti danni sono stati già fatti. Chiediamo che la sanità venga riportata a quello che era non dico tanti anni fa, ma che almeno sia a disposizione della gente che ha bisogno".
   

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